21 Febbraio 2021
La Nas-cëtta dell’Azienda Agricola La Pergola
a cura di Claudio Accetta e Michele Cerrato
Alzi la mano chi, sentendo parlare di Langhe, non pensa immediatamente ai grandi Barolo e Barbaresco da uve Nebbiolo, o anche alla Barbera e al Dolcetto.
Tutti vini rossi insomma!
Eppure le Langhe sanno regalare anche bianchi di spessore non soltanto da uve internazionali come Chardonnay, Riesling e Sauvignon Blanc, ma anche da alcuni vitigni locali come l’Arneis e la Favorita.
E su questo panorama di recente si sta affacciando un’altra uva a bacca bianca, la Nas-cëtta.
Le origini del vitigno non sono chiare: originaria del comune di Novello, non lontano da Barolo, sembra possibile che abbia qualche relazione con il Nebbiolo, di cui potrebbe essere una mutazione arcaica. In comune con il Nebbiolo ha la sensibilità al sottosuolo e ai versanti: a Novello ce ne sono due, il primo verso Barolo, l’altro verso il Tanaro, l’uno che presenta terreni più calcarei, il secondo più sabbiosi.
La Nas-cëtta è un vitigno semi-aromatico definito fin dall’800 “un’uva delicatissima e un vino squisito” e utilizzato come uva da taglio insieme al Moscato bianco e alla Favorita. Lorenzo Fantini, nella “Monografia Agraria sul circondario di Alba”, la definì “uva molto fine”. In quel tempo la superficie coltivata a Nas-cëtta era molto maggiore rispetto a quella dedicata oggi a questo vitigno. Difficile da coltivare e con produzioni incostanti, durante il XX secolo la sua coltivazione fu quasi completamente abbandonata, salvo sopravvivere in pochi filari insieme ad altri tipi di uve. Dopo un lungo periodo di oblio, nel 1994 Valter Fissore, dell’Azienda Agricola Elio Cogno, tornò a mettere sul mercato un’etichetta. L’anno seguente fu la volta dell’Azienda Agricola Le Strette, fino ad arrivare al 2001, anno in cui il vitigno viene iscritto nel Registro Ufficiale delle varietà di vite.
Tradizionalmente presentata in versione passita, a partire dalla fine degli anni ’90 undici produttori hanno iniziato a vinificarla in purezza e in versione secca, recuperandola dall’oblio in cui stava finendo e dedicandole sforzi e passione, creandole al contempo un percorso di sviluppo per il futuro. Questo lavoro ha portato all’individuazione di una specifica sottozona dedicata a quest’uva e dal 2010 può comparire in etichetta la dicitura Langhe DOC Nas-cëtta del comune di Novello.
Il 24 ottobre, visto che eravamo in zona per la tradizionale visita al Festival Internazionale del Tartufo Bianco di Alba e precedentemente incuriositi da alcuni assaggi fatti quest’estate, abbiamo pensato bene di fare una deviazione a Novello per visitare l’Azienda Agricola La Pergola. L’Azienda è stata fondata da Sergio Taricco alla fine degli anni ’70 del ‘900 e poi affidata al figlio Marco nel 2009. Le vigne di proprietà occupano una superficie di circa 8 ha. La produzione comprende vini rossi, bianchi e rosati del territorio.
Marco e la moglie sono stati con noi prodighi di informazioni, notizie e … vino, visto che ci hanno offerto una golosa verticale di Nas-cëtta, dal 2015 al 2019, grazie alla quale abbiamo potuto renderci conto delle caratteristiche di questo vitigno e di come esso evolva nel tempo.
Ecco le nostre impressioni, annata per annata:
La vendemmia 2019 nelle Langhe si è caratterizzata per un lieve calo di produzione dalla quale i vini, però, hanno tratto beneficio per qualità, equilibrio e maggiore freschezza. Infatti, la Nas-cetta di questa annata presenta una piacevole acidità, accompagnata da una sapidità leggera, che ne bilancia la struttura. Dal colore giallo paglierino, l’olfatto si distingue per profumi fruttati di mela e pera che arrivano immediatamente per poi lasciare spazio a note di miele e sentori minerali.
Al contrario nell’annata 2018 è la sapidità che spinge rispetto alla freschezza, comunque presente. Al naso la mineralità si fa meno accentuata, mentre si aprono profumi floreali e di mela.
L’annata 2017, ricordata nelle Langhe per l’andamento climatico caldo e le scarse precipitazioni, si presenta come l’outsider della verticale che abbiamo degustato. Il giallo paglierino inizia a virare verso il dorato e, mentre i profumi di frutta diventano un ricordo, affiorano piacevolissimi richiami erbacei, di geranio, insieme a note mentolate e di canfora.
Con la 2016 si ritorna sul binario precedente ma inizia a farsi strada l’evoluzione: la mela fresca e croccante delle annate più giovani diventa adesso una mela disidratata. Arrivano la nocciola e profumi di radici amare, come la liquirizia. La mineralità si fa decisamente più accentuata.
Chiudiamo la verticale con l’annata 2015 che dimostra una buona capacità della Nas-cetta di maturare nel tempo. Il giallo dorato ormai è definitivo e anche i profumi evolvono. Ritroviamo la mela disidratata a cui si uniscono richiami di miele e di frutta secca come la noce e la castagna. Al palato una leggera nota ossidata.
In definitiva, abbiamo ragionato dopo aver salutato Marco, un vino interessante, con buoni potenziali di crescita anche dal punto di vista della sua collocazione di consumo e commerciale, e che sarà bene seguire e degustare nei suoi sviluppi. Con cosa abbinarlo e degustarlo? Come aperitivo, anche se potrebbe risultare un po’ “sacrificato” in questa veste, ma poi con antipasti della tradizione piemontese come vitello tonnato e insalata russa, e inoltre con primi di pesce, formaggi freschi o mediamente stagionati, forse anche con carni bianche.
Irrinunciabile, alla fine, una visita al castello di Novello, dal quale la vista spazia e respira sul panorama delle Langhe, del quale non riusciamo mai a stancarci (anche perché quasi sempre, diciamocelo, la sua visione coincide per noi con degustazioni di vini che lasciano il segno…)